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Dalla Repubblica.it 05/03/2015
Debiti ridotti e dilazionati per le vittime della crisi boom di istanze in tribunale di FRANCESCO PATANÈ
Un debito di 112 mila euro è stato ridotto a 80 mila e verrà pagato in dieci anni con una rata che consente alla famiglia di sopravvivere, di non vedersi pignorata la casa, l'automobile e gli strumenti per lavorare. Un'altra esposizione di 250 mila euro è stata ridotta del 50 per cento, rateizzata in 15 anni, permettendo a un artigiano di evitare di chiudere l'attività. Uscire dall'incubo dei debiti è finalmente una realtà per famiglie, lavoratori a partita iva, piccoli imprenditori e dipendenti che incolpevolmente si trovano impossibilitati a far fronte agli impegni presi, molto spesso prima dell'arrivo della crisi nel 2008.
La sesta sezione del tribunale civile di Catania negli ultimi nove mesi ha omologato i primi "piani volontari di ristrutturazione del debito", lo strumento legislativo varato dal governo nel gennaio del 2012, recependo una normativa europea, per la gestione delle crisi di insolvenza o sovra-indebitamento di tutti quei soggetti che non hanno i requisiti per accedere alle normali procedure fallimentari. Dopo le prime omologhe sono più di trenta i procedimenti presentati al tribunale catanese e in attesa della pronuncia del giudice. La provincia etnea si conferma antesignana in tutto il sud Italia, grazie all'opera di sensibilizzazione dell'associazione Diritti del debitore. Un territorio, quello siciliano, al primo posto nella classifica nazionale dell'indebitamento delle famiglie con 7,4 miliardi di euro. A Palermo il punto di riferimento per i debitori "incolpevoli" è l'avvocato Luca Rizzitano, che sta seguendo quattro proposte di omologazione, le prime all'ombra di Monte Pellegrino.
«La nuova normativa dà la possibilità al debitore di ristrutturare e abbattere i propri debiti, garantendo ai creditori tutto o almeno parte del dovuto — spiega Luca Rizzitano — È fondamentale il riconoscimento da parte del giudice che il debito non solvibile sia frutto di circostanze non imputabili al richiedente, come la perdita di uno dei due redditi in famiglia o il crollo dei fatturati di artigiani e partite Iva. È chiaro che le rate per l'acquisto della Porsche o di beni di lusso non rientrano nella fattispecie. Dalla ristrutturazione del debito sono poi escluse le pendenze verso i dipendenti e gli alimenti familiari».
Per la prima volta il giudice ha basato il ragionamento giuridico sulla necessità di valutare e garantire innanzitutto il mantenimento di un tenore di vita dignitoso della famiglia.
Il pagamento di cartelle esattoriali, finanziamenti bancari, carte di credito revolving e degli stessi mutui sugli immobili vengono rimodulati sulla base della capacità restitutiva della famiglia al momento della richiesta di ristrutturazione del debito.
La nuova norma va a colmare il vuoto delle procedure fallimentari del codice italiano e si applica ai soggetti che si trovano in stato di definitiva incapacità di far fronte al proprio indebitamento. Avvalendosi dell'Organo di composizione della crisi (Occ), le famiglie e i piccoli imprenditori possono proporre ai creditori (compreso l'Erario) un accordo che indichi la quota di debito effettivamente rimborsabile, le modalità di pagamento dei creditori, le scadenze e le garanzie presenti o aggiuntive. Il debitore deposita in tribunale il piano di gestione. Il giudice fissa l'udienza e informa i creditori del piano affinché entro dieci giorni dalla data dell'udienza questi si pronuncino. A seguito del benestare di almeno il 60 per cento dei creditori, l'Occ trasmette il piano a tutti i creditori, che hanno 10 giorni per contestarne i contenuti. Decorsi i termini, l'Occ invia al giudice una relazione completa per la decisione finale.
Tra i beneficiari anche gli artigiani che hanno registrato il crollo dei fatturati